Dichiarazione di voto finale
Data: 
Mercoledì, 16 Novembre, 2016
Nome: 
Michele Pelillo

A.C. 4110-A/R

 

Signora Presidente, signor Viceministro, onorevoli colleghe e colleghi, la legge di delega del 2014 e i successivi decreti attuativi hanno tracciato la strada. Il disegno ispiratore di questo decreto-legge, arricchito dal lavoro parlamentare, è sempre lo stesso: costruire finalmente un nuovo ed inedito rapporto tra il contribuente italiano e l'erario, un rapporto di leale collaborazione fondato sul reciproco affidamento ciascuno nel rispettivo ruolo, uno a difesa dei propri diritti soggettivi, l'altro a tutela dell'interesse generale, e nel contempo contrastare in modo sempre più determinato ed efficace l'evasione fiscale. Diciamocelo: è un disegno ambizioso che avrà bisogno di molta cura legislativa e avrà bisogno di tempo. Siamo convinti che il provvedimento di oggi non solo vada nella direzione giusta ma ci faccia fare un bel passo in avanti. Innanzitutto le semplificazioni tante e tanto attese per favorire la collaborazione del contribuente: dall'abolizione dei famigerati studi di settore alla modifica dei termini per adempimenti e versamenti di imposta; dalla sospensione dei termini nel mese di agosto alla dichiarazione integrativa in favore del contribuente, un istituto nuovo di zecca; dalla semplificazione del regime della cedolare secca sugli immobili a quella sui rimborsi IVA e così via con molte altre semplificazioni attese da tanto tempo, in qualche caso da sempre. Poi il decreto-legge interviene sulla riscossione che senz'altro il versante più delicato nel rapporto tra contribuente ed erario. Se le semplificazioni servono per predisporre al meglio il contribuente a soddisfare l'obbligazione tributaria cambiare le regole della riscossione significa che anche lo Stato deve fare la sua parte. Non ci sarà più Equitalia. Si crea un nuovo ente pubblico economico che sarà ente strumentale dell'Agenzia delle entrate ma sarà sottoposto all'indirizzo e dalla vigilanza del Ministero dell'economia e delle finanze.   Tutti i dipendenti – più di ottomila – con il loro grande bagaglio di esperienza saranno salvaguardati e di questo siamo soddisfatti. Forse non lo saranno coloro che in questi anni, soffiando sul fuoco della disperazione della crisi economica, li hanno esposti ad una ingiusta quanto rischiosa gogna quotidiana. Il nuovo ente di riscossione che nascerà nei prossimi mesi dovrà dotarsi di uno statuto che rispetti lo statuto del contribuente, che riveda il sistema degli aggi, che si ispiri ai principi di cooperazione, di leale collaborazione ed affidamento presenti nella legge di delega. L'atto aggiuntivo alla convenzione annuale tra il Ministero dell'economia e delle finanze e l'Agenzia delle Entrate previsto dall'articolo 1 dovrà prevedere inoltre la tipologia di comunicazione e di informazioni preventive volte ad evitare aggravi moratori anche mediante l'istituzione di uno sportello telematico secondo criteri di trasparenza che consentano al contribuente di individuare con certezza il debito originario. Se tutto questo sarà realizzato conformemente alla volontà legislativa, avremo acquisito un buon risultato non risolutivo, meglio essere chiari, perché per di ridisegnare con la matita giusta il punto di equilibrio nel delicato campo della riscossione dei tributi è necessario intervenire anche nel settore delle sanzioni amministrative che nel disegno di un nuovo rapporto appaiono oggi troppo onerose. Le semplificazioni e le nuove regole di ingaggio nella riscossione soddisfano il primo obiettivo: la costruzione del nuovo rapporto tra fisco e contribuenti ma un fisco più amico o almeno un fisco più vicino nella situazione data non può permettersi di non insistere nel perseguire tenacemente il contrasto all'evasione. Il fisco deve dialogare con il contribuente nella fase dichiarativa, deve informarlo nella fase che precede l'accertamento, deve porre il contribuente nelle condizioni di aderire, di ravvedersi, di rateizzare, deve informarlo prima della riscossione, deve essere chiaro e puntuale nella formazione del ruolo e nella redazione della cartella di pagamento, deve dare la possibilità di rateizzare anche in questa fase. Deve fare tutto questo ed altro ma al termine del percorso deve essere inflessibile con chi intenzionalmente si sottrae all'obbligo tributario in spregio dell'articolo 53 della Costituzione. Questo è il significato dell'articolo 3 del decreto-legge che affina e potenzia i poteri del nuovo ente di riscossione. Se l'ambizioso disegno della legge di delega continuerà a seguire questa dinamica c’è da essere fiduciosi. Potremo davvero aspirare ad avere un fisco non più inutilmente vessatorio e burocratico, più leale, più chiaro, più vicino alle esigenze dei contribuenti in difficoltà, un fisco che valorizzi la sincera disponibilità dei cittadini a fare il proprio dovere con l'erario ma nel contempo un fisco sempre più severo e intransigente nei confronti di coloro che deliberatamente scelgono la strada sbagliata di sottrarsi al proprio dovere tributario. Tutto questo è meglio ricordarlo in una cornice che, anno dopo anno, va svelando la sua concretezza e l'autenticità dell'impegno politico che la sta realizzando. Mi riferisco alla costante diminuzione della pressione fiscale dal 2014 al prossimo 2017, uno dei punti più qualificanti del Governo Renzi ed una novità assoluta per la politica italiana. Dopo la riduzione dell'IRAP, l'intervento sul reddito di lavoro subordinato poi quello sulla prima casa e sull'IMU in agricoltura, per il prossimo anno il taglio dell'IRES con tre punti e mezzo di meno di aliquota, poi l'esenzione IRPEF ancora in agricoltura e quindi l'istituzione dell'IRI in favore di artigiani e piccoli imprenditori. Sul decreto alla nostra attenzione si potrebbe ancora dire molto specie se lo consideriamo così come è parte integrante dell'intera manovra di bilancio per il 2017.
Ma, signora Presidente, mi fermo qui, in quanto le mie argomentazioni sono più che sufficienti per motivare un convinto voto a favore da parte del gruppo del Partito Democratico.